Tra le nuove forme di coltivazione ce n’è sicuramente una da prendere in seria considerazione: l’orto bioattivo.
La sua filosofia è molto semplice dato che si basa sul…non fare!
Secondo i sostenitori di questo metodo di coltivazione, infatti, meno si fa nell’orto e meglio è. Quello che dobbiamo fare è lasciare più spazio possibile alla natura.
Il risultato? Un raccolto più ricco, più sano e più saporito.
cos'è e come funziona
L’orto bioattivo è un sistema di gestione dell’orto che da ottimi risultati, in termini sia quantitativi sia qualitativi.
Che un terreno incolto è naturalmente fertile è un dato di fatto. Questo è possibile grazie alla sostanza organica che contiene e alle erbe spontanee che lo arricchiscono.
Quando però si va a lavorare il terreno si elimina buona parte di questi fattori, riducendo la fertilità. L’agricoltore si trova così a dover somministrare dei concimi per andare a sopperire le mancanze nutritive che lui stesso ha provocato.
Altro elemento alla base dell’orto bioattivo è quella popolazione che abita il terreno e che è di supporto alle piante. Stiamo parlando di microrganismi, insetti, lombrichi che accelerano la decomposizione della materia organica e che proteggono le piante dagli attacchi delle spore responsabili delle malattie fungine.
Anziché lavorare il terreno e disturbare questi microrganismi, dovremmo dar loro il necessario per svilupparne lo sviluppo.
Così facendo il suolo diventa bioattivo, ovvero ricco di microrganismi buoni per le piante.
Nell’orto bioattivo quindi non si lavora la terra, non si ara né si zappa.
Effettuando queste lavorazioni si andrebbe a interrompere l’azione combinata dei microrganismi e degli altri elementi presenti, andando a creare uno squilibrio nutritivo che deve essere risolto con l’impiego di fertilizzanti chimici. Così facendo però il terreno, a lungo andare, si impoverisce e aumenta la possibilità di sviluppo di patogeni.
Secondo questa filosofia, quindi, lasciando il terreno così com’è non sarà necessario somministrare alcun concime, in quanto la terra è già ricca di suo di componente organica.
Inoltre, le erbe spontanee non vengono viste come nemiche delle colture coltivate. Al contrario, hanno una loro utilità ovvero aiutano a mantenere l’umidità del terreno.
Un’operazione prevista dall’orto bioattivo è la pacciamatura, che si effettua con rami di bosco frammentati. Questi, una volta sminuzzati, arricchiscono il suolo di sostanza organica, migliorandone la struttura e trattenendo l’acqua. Ciò fa sì che l’orto non abbia bisogno di un’irrigazione continua.
Col tempo il pacciame porta alla creazione di un buono strato di humus, ricchissimo di vita, di micro e macro organismi.
i vantaggi
Gli ortaggi coltivati seguendo questo metodo sono sicuramente più saporiti ma non solo.
Risulta infatti che siano più ricchi e più sani non solo di quelli coltivati con l’agricoltura chimica, ma anche di quelli ottenuti da coltivazioni biologiche.
orto bioattivo: come realizzarlo
Per realizzare un orto bioattivo avrai bisogno di bancali in cui far crescere le tue piante.
Al loro interno dovrai ricreare un terreno il più simile possibile a quello dei boschi.
Dovrà essere composto da:
Una volta messi insieme tutti gli elementi necessari, non ci sarà bisogno di altre lavorazioni da parte tua.
Dopo aver piantato le varie colture, dovrai solo pacciamare con cippato di rami o altri prodotti naturali e annaffiare circa una volta al mese con acqua unita a del bokashi tea per fornire al terreno nuovi microrganismi.
Fatto questo, dovrai solo aspettare che frutti e ortaggi maturino per poterli assaporare in tutta la loro bontà.