Con l’arrivo dell’inverno arriva il momento cruciale della potatura degli alberi da frutto e fra questi anche i nostri cachi (kaki). Dotarsi degli strumenti opportuni, come seghetti e forbici, è sicuramente il modo migliore per poter eseguire un lavoro a regola d’arte. Una potatura di qualità è importante per contenere la crescita della vegetazione, per regolare la corretta produzione dei frutti, permettere alla pianta di invecchiare meno velocemente e migliorare la sua qualità produttiva. Senza considerare, poi, un altro aspetto fondamentale: la potatura contribuirà a ridurre il rischio dell’insorgere di malattie e parassiti.
COME ESEGUIRE UNA CORRETTA CONCIMAZIONE IN INVERNO
L’inverno, nonostante il letargo forzato delle nostre piante, è anche un periodo dell’anno in cui gli alberi da frutto vanno difesi. Un’azione mirata permetterà alle nostre piante di arrivare a primavera rigogliose e pronte per la maturazione dei frutti. Per questo è necessario concimare bene il terreno, considerando però il momento stagionale delicato e soprattutto la possibilità di piogge costanti. Per migliorare il terreno è possibile utilizzare uno stallatico, uno dei concimi naturali più utilizzati in agricoltura. Consentito anche in agricoltura biologica, nasce dal letame bovino e viene lavorato per apportare benefici al terreno. Lo stallatico fornisce le sostanze nutritive necessarie alle piante, in particolar modo i cosiddetti macro elementi come azoto, fosforo e potassio. Lo stallatico ha un effetto ammendante, rende il terreno più morbido e permette di trattenere meglio l’umidità.
Una corretta concimazione prevede anche la possibilità di utilizzare altri concimi, come per esempio concimi organo minerali privilegiando soprattutto la somministrazione di fosforo e potassio. L’azoto, invece, potrà essere somministrato in maniera più consistente con il miglioramento della stagione e la diminuzione delle piogge, per evitare l’immediata dispersione del prodotto.
UNA COLTIVAZIONE SEMPRE PIÙ DIFFUSA ANCHE IN ITALIA
Il cachi rappresenta ancora oggi in Italia una coltivazione di nicchia, parzialmente diffusa e concentrata in poche regioni. Anche se i numeri degli ultimi anni dimostrano una crescita costante. Secondo i dati Istat del 2019 gli ettari coltivati sono stati 2782, per una produzione fruttifera di 515.650 quintali. La produzione è concentrata in due aree geografiche ben precise come l’Emilia Romagna e la Campania, che si spartiscono complessivamente il 90% dei terreni coltivati.
IL CACHI È ANCHE l'albero DELLA PACE
Il cachi, in origine loto, ma chiamato anche kako o diospero, è una pianta originaria della Cina, che ha visto una larga diffusione anche in altri paesi orientali come per esempio Corea e Giappone. Si tratta di una pianta di recente introduzione in Italia avvenuta solo nei primi anni del Novecento. C’è tuttavia una bella curiosità storica legata all’albero dei cachi (kaki). In molti, soprattutto in Giappone, lo considerano simbolicamente l’albero della pace. Alcune piante, infatti, riuscirono miracolosamente a sopravvivere al disastro della bomba atomica a Nagasaki nel 1945.